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IL SOGNO VOLANTE PDF Stampa E-mail

Quella mattina un rumore assordante e fastidioso interruppe la quiete del sonno di Claudio. Non voleva essere disturbato e, almeno quando dormiva, diceva di non far più parte del mondo, ma di appartenere interamente all'universo dei sogni, quelli più dolci e spensierati.

Il rumore era sempre più forte e il ragazzo non potè fare altro che alzarsi, era l'unica alternativa possibile... Anche la colazione quella mattina era più insopportabile del solito, ma forse era meglio non farlo notare alla mamma. Il sole era alto e la prateria era più verde e rigogliosa con i suoi fiori colorati che facevano capolino tra i fili d'erba.

All'orizzonte spuntavano dolcemente basse colline, minuziosamente disegnate da madre natura.

Il ragazzo guardava estasiato il paesaggio che si estendeva davanti ai suoi occhi, ma osservando attentamente c'era qualcosa che deturpava la vista. Era un ammasso di ferraglia dal quale veniva quel fastidioso rumore, colpevole dell'interruzione dei suoi sogni. Claudio si avvicinò circospetto e man mano che la visione si faceva più nitida notò che vicino a quell' ammasso di ferraglia c'era anche un uomo. Era alto, ma di corporatura delicata quasi fragile, una scompigliata cesta di capelli decorava il suo viso leggermente rosato e spaventato, a differenza dei suoi movimenti che erano decisi e determinati. Le sue mani agivano con una velocità sconcertante nonostante avesse un'aria esausta e tante gocce di sudore che gli colavano dalla fronte.

-Ti piace?- esclamò l'uomo improvvisamente. Il ragazzo non rispondeva ma si limitava a guardare sbalordito ciò che era dinanzi a sé.

-Sembri spaventato ... Ho avuto dei problemi in volo e sono stato costretto ad atterrare, ma non riesco a capire dove sia il problema - e mentre continuava a sferragliare tra quei pezzi ogni tanto sospirava ormai stanco e quasi sull'orlo di un'insolazione.

Il giorno dopo l'uomo non c'era .. ma Claudio continuava a guardare laggiù perché quello strano mezzo gli trasmetteva una sensazione indescrivibile, come un senso di libertà, spensieratezza che niente gli aveva mai trasmesso. L'uomo si fece rivedere dopo due giorni, ma stavolta meno affaticato. Il ragazzo fissava il "capolavoro" che si rivelava davanti ai suoi occhi.

-È un idrovolante - disse l'uomo rivolgendogli un semplice sorriso.

-Posso aiutarti? - sussurrò timidamente il ragazzo e da quel momento non si sentì più uno spettatore impacciato e tra cacciaviti e vernice, trasformarono l'idrovolante in un'opera d'arte pronta per essere messa alla prova. Adesso era anche frutto delle sue mani e la sensazione di solcare l’immensità celeste del cielo lo eccitava, lo faceva sentire superiore e importante.

L’uomo voleva volare quanto lui e riprovare di nuovo quella stupenda sensazione e non nascondeva l’emozione. Sembrava che il destino avesse voluto che il lago a ovest della prateria fosse stupendo.

L’acqua rifletteva il cielo che appariva come popolato da pesci, i raggi del sole la rendevano cristallina, limpida e piena di riflessi multicolori. Il lago aveva così l’aspetto di un mondo specchiato e infrangere quell’insieme armonioso di bellezze era davvero un peccato.

Il ragazzo non si fece pregare, ormai aveva fiducia in quell’uomo e salì velocemente sull’idrovolante pronto per sorvolare il mondo. Sentì il rumore caldo del motore che si accendeva lentamente e la mano tremolante dell'uomo che era terrorizzato nel muoversi come per la prima volta. Claudio senti un brivido corrergli lungo la schiena quando l'idrovolante iniziò a muoversi sull'acqua e, leggero come una libellula, prese il volo librandosi nell'immenso blu del cielo. Tutto sotto di sé era minuscolo e piccolo di fronte a ciò che adesso sentiva. Era una sensazione straordinaria e Claudio pregava che quel momento non finisse mai.

Ritornati a terra l'uomo si sentiva tranquillo ancor di più nel vedere la felicità del ragazzo che, dopo averlo ringraziato con infinita gratitudine, scappò via correndo con il vento che gli scompigliava i capelli, ricordandogli la sensazione del volo. Attraversò in un lampo lo spazio che separava il lago da casa, inciampando ogni tanto in qualche sasso. Sentiva ancora il rumore sicuro del motore che gli fischiava nelle orecchie.

Sua madre era sull'uscio di casa, non appena la vide le corse incontro e le raccontò nei minimi particolari la sua avventura, ma la mamma non riusciva a capire.

-Ma quale idrovolante Claudio?! Qui non c'è mai stato niente!-Ripeteva imperterrita.

Allora il ragazzo stanco dì quell'inutile insistenza, decise di portarla fino al lago.

Ma arrivati là tutto era scomparso, non c'era neanche una minima traccia né dell'idrovolante, né dell'uomo. Questo provocò un vuoto nel cuore del ragazzo, fu invaso improvvisamente da tristezza, quando ad un certo punto capì: nessuno aveva udito un rumore strano quella mattina né aveva visto l'uomo che aveva dato senso ai suoi giorni, tutto quello che aveva vissuto apparteneva al suo cielo, sì, al suo mondo. Quell'uomo invisibile gli aveva insegnato una visione diversa della vita, quasi dall'alto come sull'idrovolante, gli aveva trasmesso "la sostanza dei sogni" o meglio, del suo nuovo sogno: avrebbe fatto il pilota da grande.

Non avrebbe più vissuto chiuso nella sua prateria, ma avrebbe ampliato il suo cielo anche nei giorni tempestosi, perché oltre le nuvole il sole risplende comunque.

Motivazione:

Il “sogno volante”, presenta una prosa originale e scorrevole, che si legge
senza interruzione, perché trascinati dalla fantasia del racconto.
In esso l’essere umano, salendo con l’idrovolante e spingendosi sempre
più verso l’alto, prende le distanze dal mondo e risucchiato nell’immensità
del cielo, acquisisce la capacità di osservare il mondo con occhi diversi.
La prosa è un monito di speranza per i giovani ed invita a crearsi
“spazi di silenzio” …  per scoprire le proprie potenzialità ed energie, dare
speranza ai sogni cogliendone l’essenziale.